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Chi lavora con il fotovoltaico lo sa bene: le ombre sono uno dei nemici principali della produzione. Basta qualche centimetro di ombreggiamento e la potenza cala bruscamente, con perdite che arrivano facilmente al 10% della potenza di targa. Il problema è ancora più evidente quando l’ombreggiamento interessa una stringa: la riduzione di produttività si propaga su tutti i moduli collegati, penalizzando l’intero impianto.

Come si risolve? Da tempo la discussione ruota attorno a due soluzioni: ottimizzatori e microinverter.
Ottimizzatori: limitano l’impatto dell’ombreggiamento, distribuendo la perdita sull’intera stringa.
Microinverter: lavorano singolarmente su ogni modulo, mantenendo la massima resa dove non ci sono ombre, isolando solo il pannello interessato.
Sulla carta tutto chiaro, ma chi progetta e installa sa bene che, sul campo, le variabili sono tante e trovare la soluzione ideale non è sempre semplice. Fino ad ora.

Con l’introduzione della tecnologia ABC (All Back Contact) di tipo N – presente sul mercato dal 2022 – il modo di progettare impianti FV è cambiato. Rispetto alle tecnologie più diffuse come PERC e TOPCon, i moduli ABC garantiscono un incremento di produttività annuale del 25-30%.
Da qui nasce Eclipse, la nuova serie sviluppata da One Way (Faenza, ottobre 2024), pensata per impianti di piccola taglia (<800W). In questi contesti, ogni Watt conta per coprire il fabbisogno energetico domestico.

Caratteristiche principali:
▪ Modulo monocristallino cablato, pronto all’uso
▪ Potenza nominale <400W per sfruttare le deroghe al Regolamento RfG europeo
▪ Produzione annua di circa 600 kWh (latitudine 42° – Roma), pari al 30% del fabbisogno elettrico di una famiglia
▪ Ingombro ridotto: meno di 2 m²

L’ottimizzazione degli ombreggiamenti è il punto di forza di questo progetto. In questo caso specifico, i moduli sono stati installati in un canale di gronda, sottovento, per ridurre l’impatto di eventi atmosferici da Nord-Est/Nord-Ovest e minimizzare le ombre longitudinali provenienti da Sud.

I risultati?
▪ +40% di potenza erogata rispetto a un impianto tradizionale, nonostante le ombre
▪ Maggiore longevità dei moduli grazie alla riduzione dell’effetto hotspot, che oltre a diminuire la resa può causare surriscaldamenti, danni ai contatti e, nei casi peggiori, incendi.

Un esempio concreto di come la scelta della giusta tecnologia e una progettazione attenta possano fare la differenza, anche su piccoli impianti.