Un impianto agrivoltaico è un sistema costituito da un impianto fotovoltaico posizionato su un terreno che viene utilizzato allo stesso tempo per attività agricole o per allevamento. I pannelli fotovoltaici sono disposti in modo da consentire la crescita delle colture sotto di essi.
Gli impianti agrivoltaici possono essere utilizzati per una varietà di colture, tra cui ortaggi, frutta, cereali, foraggi. Secondo quanto contenuto nelle Linee Guida del MiTE, le colture idonee per l’installazione dei moduli fotovoltaici si raggruppano in:
– Colture “molto adatte”, per le quali l’ombreggiatura ha effetti positivi sulle rese quantitative, come fave, insalata, patate, spinaci e luppolo;
– “Colture adatte”, per le quali l’’ombreggiatura moderata non ha quasi alcun effetto sulle rese, come nel caso di asparagi, avena, carote, cavolo verde, colza, finocchi, orzo, piselli, porri, ravanelli, sedano, segale e tabacco;
– Colture “mediamente adatte”, fra le quali rientrano cipolle, cetrioli, fagioli e zucchine.
– Colture “poco adatte” come cavolfiori, barbabietole da zucchero e barbabietole rosse;
– Colture “non adatte” perché è richiesto un elevato fabbisogno di luce, come gli alberi da frutto, il farro e il girasole, il frumento, il farro e il mais.
Nessuna indicazione, al momento, sembra limitare l’attività pastorale e l’apicoltura.
Gli impianti agrivoltaici sono una tecnologia relativamente nuova, ma stanno diventando sempre più popolari. In Italia, il primo impianto agrivoltaico è stato installato in Puglia nel 2016.
I benefici degli impianti agrivoltaici
Produzione di energia rinnovabile: gli impianti agrivoltaici producono energia elettrica pulita e rinnovabile, contribuendo alla decarbonizzazione del sistema energetico.
Miglioramento delle prestazioni agricole: gli impianti agrivoltaici possono migliorare le prestazioni agricole delle colture sottostanti, riducendo il rischio di stress da siccità e migliorando la resa.
Protezione del suolo e dell’acqua: gli impianti agrivoltaici possono proteggere il suolo e l’acqua da erosione e contaminazione.
Gli impianti agrivoltaici possono essere una soluzione sostenibile per la produzione di energia elettrica e per la tutela dell’ambiente.
Norme e indicazioni pratiche
Per quanto riguarda l’impianto fotovoltaico, il progetto dovrà rispettare le disposizioni emanate dal CEI – Comitato Elettrotecnico Italiano. A tale proposito ricordo che lo scorso mese di gennaio il CEI ha pubblicato la prima edizione della Norma CEI PAS 82-93:2023-01 “Impianti Agrivoltaici”. La norma (PAS – Public Available Specification) ha carattere sperimentale e fornisce le indicazioni riguardanti la configurazione degli impianti agrivoltaici, anche rispetto agli impianti fotovoltaici tradizionali. In particolare, la norma si occupa della classificazione delle varie tipologie e dei requisiti base dei principali impianti agrivoltaici, nonché il monitoraggio e la valutazione della produzione elettrica di questi impianti di produzione locale.
Il documento fornisce gli elementi per la sicurezza elettrica nell’esercizio delle attività elettriche e agricole, le attività di funzionamento e manutenzione (O&M – Operations and Maintenance) e le verifiche da eseguire sugli impianti di produzioni da fonte solare rientranti nella categoria agrivoltaici.
Secondo quanto indicato nelle Linee Guida in materia di impianti agrivoltaici emanate dal MiTE nel giugno 2022, un impianto agrivoltaico è un impianto fotovoltaico che adotta soluzioni volte a preservare la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale sul sito di installazione.
L’articolo 3.8 della Norma CEI PAS 82-93 integra questa definizione e quella presente nella Guida CEI 82-25 specificando che un impianto agrivoltaico è un impianto fotovoltaico che adotta soluzioni installative, con montaggio dei moduli su strutture fisse o su strutture che consentono la rotazione dei moduli stessi, tali da consentire l’utilizzo duale del terreno interessato a tale installazione e non compromettere la continuità delle attività agricole che vengono svolte sotto e/o tra le strutture di sostegno di moduli fotovoltaici.
In altre parole, un impianto agrivoltaico consente la produzione di energia elettrica da fonte solare, mediante l’installazione dei moduli fotovoltaici (in orizzontale o in verticale) a distanze/altezze tali da preservare le attività agricole e pastorali dell’azienda agricola.
Un impianto agrivoltaico avanzato (articolo 1.1, lettera e delle Linee Guida MiTE), inoltre:
- adotta soluzioni integrative innovative con montaggio dei moduli elevati da terra, anche prevedendo la rotazione dei moduli stessi, comunque in modo da non compromettere la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale, anche eventualmente consentendo l’applicazione di strumenti di agricoltura digitale e di precisione;
- prevede la contestuale realizzazione di sistemi di monitoraggio che consentano di verificare l’impatto dell’installazione fotovoltaica sulle colture, il risparmio idrico, la produttività agricola per le diverse tipologie di colture, la continuità delle attività delle aziende agricole interessate, il recupero della fertilità del suolo, il microclima, la resilienza ai cambiamenti climatici.
Per quanto riguarda le prescrizioni riguardanti la sicurezza elettrica, la Sezione 712 della Norma CEI 64-8 riporta le prescrizioni particolari che si applicano agli impianti elettrici dei sistemi fotovoltaici (PV), compresi i sistemi con moduli in c.a.
In particolare, la Sezione 712 fornisce le prescrizioni per la protezione contro i contatti diretti e indiretti, contro le correnti di sovraccarico sul lato c.c., contro le correnti di cortocircuito, contro le influenze elettromagnetiche negli edifici, oltre alla scelta dei componenti elettrici.
La Sezione 705 della Norma Cei 64-8, invece, fornisce le prescrizioni particolari che si applicano agli impianti elettrici delle strutture agricole o zootecniche, sia all’interno sia all’esterno degli edifici. Fra queste troviamo: stalle, pollai, porcilaie, locali di preparazione dei mangimi, locali di immagazzinaggio del fieno e della paglia e depositi di fertilizzanti. Anche questa sezione si occupa di fornire le prescrizioni aggiuntive per quanto riguarda la sicurezza e la scelta dei componenti elettrici; l’Allegato 705A (informativo) fornisce alcuni esempi di collegamento equipotenziale nelle strutture adibite ad uso agricolo. Il progettista dovrà quindi fare riferimento alle prescrizioni di queste sezioni per la scelta delle misure di protezione da applicare negli impianti agrivoltaici.
La Norma CEI PAS 82-93 (articolo 7.2) ricorda anche di eseguire la valutazione dei rischi dovute alle influenze esterne con particolare attenzione alla scelta delle condutture (paragrafo 7.6) e dei componenti (ad esempio: protezione meccanica), nonché a possibili rischi di sostanze chimiche. Riguardo alle condutture, ad esempio, occorrerà valutarne la posa tenendo conto delle attività agricole svolte su terreni e culture con l’uso di macchine agricole (luoghi di passaggio, potatura e sfalcio, aratura).
Laddove sussistano il rischio di pirolisi dei componenti elettrici sulle culture sottostanti e il rischio di prevenzione incendi attraverso le coltivazioni, inoltre, dovrà essere valutato il rischio di incendio e applicare le misure di protezione secondo i criteri indicati nella Sezione 751 della Norma CEI 64-8 dedicata agli ambienti a maggior rischio in caso di incendio.
Per quanto riguarda la protezione contro i fulmini, la norma consiglia di applicare le prescrizioni della Guida CEI 81-28 tenendo conto che, a differenza degli impianti fotovoltaici a terra, gli impianti agrivoltaici presentano generalmente un numero di ore annuo con presenza di persone e/o animali in prossimità degli impianti fotovoltaici maggiore.
Per quanto riguarda, invece, i rischi per lavori non elettrici eseguiti in prossimità di questi impianti (ovvero in prossimità di parti in tensione), la PAS consiglia al progettista di fornire al committente informazioni sui rischi elettrici attraverso un’apposita azione di formazione.
Ai fini della connessione degli impianti agrivoltaci con la rete elettrica, infine, si applicano le regole tecniche di connessione previste dalla Norma CEI 0-21 (bassa tensione) e dalla Norma CEI 0-16 (media e alta tensione).
I requisiti che si riferiscono alla progettazione, realizzazione e gestione dell’impianto fotovoltaico destinato a operare in parallelo alla rete di distribuzione di media e bassa tensione sono descritti nella Guida CEI 82-25.
La Guida è composta dalle seguenti parti:
Parte 1: Generalità – Acronimi, Definizioni e Principali Leggi, Deliberazioni e Norme;
Parte 2: I moduli fotovoltaici;
Parte 3: BOS dell’impianto FV;
Parte 4: Progettazione;
Parte 5: Installazione;
Parte 6: Monitoraggio, gestione e manutenzione.
La nuova edizione della Parte 1 è stata pubblicata nel mese di agosto 2022 e sostituisce completamente la Guida CEI 82-25:2010-09.
L’articolo è stato scritto da Antonello Greco.