
La Commissione europea ha proposto il 2 luglio una modifica della normativa dell’UE sul clima che fissa come traguardo climatico dell’Unione per il 2040 una riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra pari al 90% rispetto ai livelli del 1990, come richiesto dagli orientamenti politici della Commissione per il periodo 2024-2029. Il nuovo traguardo non solo darà certezza agli investitori, ma incoraggerà l’innovazione, rafforzerà la leadership industriale delle nostre imprese e migliorerà la sicurezza energetica dell’Europa.
La proposta è fondata su un parere tecnico del Comitato scientifico consultivo sul cambiamento climatico e tiene conto degli impatti economici, industriali e sociali. Rispetto al target al 2030 (riduzione del 55%), il traguardo 2040 comporta un’accelerazione significativa degli interventi nei settori energivori, nei trasporti, nel comparto edilizio e in ambito agricolo.
Per il settore impiantistico, e in particolare per l’ambito elettrico, la strategia 2040 implica un incremento sostanziale della domanda elettrica, un rafforzamento delle infrastrutture di rete e una diffusione capillare di tecnologie ad alta efficienza. Gli operatori saranno coinvolti tanto nell’adeguamento degli impianti esistenti quanto nella progettazione di soluzioni integrate in linea con i nuovi standard ambientali europei.
Il nuovo target: -90% entro il 2040
L’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni nette entro il 2040 è stato individuato come soglia tecnicamente ed economicamente compatibile con il percorso europeo verso la neutralità climatica. La proposta tiene conto del principio di neutralità tecnologica, della necessità di garantire la competitività dell’industria europea e della disponibilità attesa di tecnologie a basso contenuto di carbonio.
Per raggiungere il target, sarà necessario ridurre in modo drastico le emissioni lorde, ovvero quelle prodotte direttamente nei settori industriali, nei trasporti, nella produzione energetica e negli edifici. Le misure di compensazione – come l’assorbimento di CO₂ attraverso suolo, foreste e tecnologie negative – dovranno comunque restare marginali rispetto alla riduzione diretta.
Dal punto di vista operativo, il nuovo target richiederà un rafforzamento dei quadri normativi settoriali, in particolare quelli relativi alla progettazione energetica, all’efficienza degli edifici e alla pianificazione infrastrutturale. Le strategie industriali nazionali saranno chiamate a recepire l’obiettivo attraverso misure concrete e verificabili, con effetti diretti sulla domanda di servizi tecnici, impiantistici ed energetici ad alta specializzazione.
Leva industriale: l’elettricità al centro
L’elettricità sarà la principale leva tecnologica per conseguire gli obiettivi climatici fissati al 2040. La decarbonizzazione del sistema energetico europeo passerà prioritariamente attraverso l’elettrificazione dei consumi finali nei settori residenziale, terziario, industriale e dei trasporti.
La Commissione prevede un incremento consistente della domanda elettrica, trainato soprattutto dalla diffusione di pompe di calore, veicoli elettrici, elettrolizzatori per la produzione di idrogeno rinnovabile e sistemi di accumulo. Questo scenario comporta un rafforzamento strutturale delle infrastrutture di rete, con particolare attenzione alla capacità di integrazione delle fonti rinnovabili non programmabili e alla gestione della flessibilità.
Per il settore impiantistico, le ricadute riguardano sia le attività di connessione e adeguamento delle utenze, sia la realizzazione di impianti di generazione distribuita, sistemi di monitoraggio, controllo e automazione, nonché interventi volti all’aumento dell’efficienza energetica. Il ruolo degli operatori sarà centrale nella transizione verso un sistema elettrico più digitalizzato, resiliente e decarbonizzato.
Settori hard-to-abate e tecnologie emergenti
In alcuni comparti industriali ad alta intensità energetica, come l’acciaio, il cemento e la chimica, la riduzione diretta delle emissioni mediante elettrificazione presenta limiti tecnologici ed economici. Questi settori, definiti hard-to-abate, richiederanno l’adozione di soluzioni complementari, tra cui l’impiego di idrogeno rinnovabile, sistemi di cattura e stoccaggio della CO₂ (CCUS) e combustibili sintetici a basse emissioni.
La strategia europea riconosce il ruolo di queste tecnologie come elementi essenziali per la decarbonizzazione profonda dell’industria pesante. La loro implementazione sarà sostenuta da specifiche misure di finanziamento e da un quadro regolatorio orientato a garantirne l’integrazione su scala industriale.
Per gli operatori del settore impiantistico, questo scenario apre ambiti di intervento nuovi e altamente specializzati, legati alla realizzazione di impianti per la produzione e l’utilizzo di idrogeno, alla gestione di infrastrutture per il trasporto e l’accumulo di CO₂ e all’integrazione di processi industriali avanzati con sistemi elettrici di controllo e automazione.
Edifici e infrastrutture: obiettivo zero emissioni
Il settore edilizio è responsabile di circa il 36% delle emissioni di gas serra e rappresenta uno dei principali ambiti di intervento per il raggiungimento del target climatico al 2040. La Commissione propone un’accelerazione dei programmi di riqualificazione energetica e stabilisce che tutti i nuovi edifici pubblici dovranno essere a zero emissioni a partire dal 2030.
L’obiettivo include la riduzione dei consumi energetici attraverso una maggiore efficienza dell’involucro edilizio, l’elettrificazione dei sistemi di climatizzazione e la diffusione di impianti da fonti rinnovabili. Viene inoltre rafforzato il principio del “renovation wave”, che prevede la riqualificazione massiva del patrimonio edilizio esistente.
Per il settore impiantistico, si prevede un aumento della domanda di interventi su impianti elettrici, installazione di pompe di calore, integrazione di sistemi fotovoltaici, dispositivi di accumulo, colonnine per la ricarica elettrica e sistemi di monitoraggio e controllo dei consumi. Le competenze richieste si estendono anche alla progettazione integrata in ottica NZEB (Nearly Zero Energy Building) e alla gestione dell’interoperabilità tra i diversi sottosistemi impiantistici.
Opportunità per gli operatori del settore
La transizione verso un’economia climaticamente neutra comporta una riorganizzazione strutturale del sistema energetico europeo, con ricadute significative sulla filiera impiantistica. L’innalzamento degli standard tecnici, l’introduzione di nuovi requisiti normativi e la diffusione capillare di tecnologie avanzate generano una domanda crescente di professionalità qualificate.
Il fabbisogno riguarda figure capaci di operare in contesti ad alta complessità tecnologica: installatori specializzati in impianti elettrici intelligenti, tecnici esperti in sistemi di accumulo e gestione dell’energia, progettisti in grado di integrare rinnovabili e domotica negli edifici esistenti. Le competenze digitali, l’aggiornamento normativo e la capacità di lavorare in ottica sistemica diventano requisiti indispensabili.
La Commissione ha indicato l’intenzione di sostenere questo processo con misure di accompagnamento specifiche, tra cui programmi di formazione tecnica, fondi per la transizione delle PMI e incentivi alla riqualificazione professionale. Si tratta di un’opportunità concreta per valorizzare il know-how tecnico e rafforzare il ruolo strategico degli operatori del settore nella realizzazione degli obiettivi climatici europei.
La voce della commissione
Nel comunicato ufficiale, la Commissione Europea sottolinea che la proposta di obiettivo al 2040 è concepita per garantire un equilibrio tra ambizione climatica, sostenibilità sociale e competitività industriale. Il pacchetto di misure collegate è orientato a rafforzare la leadership tecnologica dell’Unione, ridurre la dipendenza energetica e stimolare la creazione di occupazione qualificata.
Particolare enfasi viene posta sul concetto di “transizione giusta”, che implica il coinvolgimento attivo degli operatori economici e il sostegno alle fasce più vulnerabili della popolazione. La strategia climatica viene quindi presentata non solo come una misura ambientale, ma come un’opportunità di sviluppo industriale e modernizzazione infrastrutturale.
In questo contesto, i professionisti del settore impiantistico sono individuati come attori abilitanti della trasformazione del sistema energetico europeo, con un ruolo chiave nella concretizzazione degli obiettivi ambientali, economici e sociali delineati dalla Commissione.
In conclusione, la proposta della Commissione Europea per il 2040 definisce un quadro chiaro: la neutralità climatica non sarà il risultato di una singola innovazione o di un intervento isolato, ma di un processo sistemico che coinvolge infrastrutture, normative, tecnologie e competenze.
Per il comparto impiantistico, questo scenario comporta una duplice responsabilità: da un lato, garantire l’efficienza, la sicurezza e l’affidabilità delle soluzioni tecniche; dall’altro, interpretare l’evoluzione normativa e tecnologica in chiave proattiva. La capacità di aggiornarsi, specializzarsi e collaborare in logiche multidisciplinari rappresenta oggi un fattore competitivo decisivo.
Il target -90% al 2040 non è soltanto una soglia numerica: è un punto di non ritorno nella trasformazione del sistema energetico europeo. Il ruolo degli operatori del settore non è accessorio, ma strutturale. Ed è proprio nella concretezza del lavoro quotidiano – tra cavi, schemi elettrici e software di gestione – che si misurerà l’effettiva riuscita della transizione.