
L’Unione Europea è a un bivio cruciale nella transizione energetica. Secondo il recente rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) “Renewables, Electrification and Flexibility – For a competitive EU energy system transformation by 2030”, il continente ha già compiuto progressi significativi nel ridurre le emissioni del settore elettrico. Tuttavia, il ritmo della decarbonizzazione resta troppo lento nei settori del riscaldamento e dei trasporti, dove gas e petrolio continuano a dominare.
Il nodo della dipendenza energetica
Nel 2022, la spesa per le importazioni energetiche ha raggiunto il 4% del PIL europeo, raddoppiando rispetto agli anni precedenti. Il motivo principale? I prezzi del gas alle stelle. Una situazione che ha reso ancora più urgente puntare su fonti rinnovabili domestiche, come eolico e fotovoltaico, per rafforzare l’autonomia energetica e ridurre l’esposizione a shock geopolitici.
Investire in energia rinnovabile nazionale, potenziare l’efficienza energetica e raddoppiare la flessibilità del sistema sono le tre priorità identificate dall’AEA per centrare gli obiettivi 2030:
• Espandere la capacità rinnovabile: le fonti rinnovabili dovranno rappresentare il 77% della capacità elettrica installata, contro poco più del 50% attuale.
• Rendere il sistema più flessibile: reti intelligenti, accumuli e risposta alla domanda sono fondamentali per integrare le fonti intermittenti e mantenere l’equilibrio tra produzione e consumo.
• Rafforzare la cooperazione tra Stati membri: il coordinamento transfrontaliero è essenziale per evitare inefficienze e garantire la resilienza del sistema energetico europeo.
Elettrificazione, un acceleratore cruciale
Secondo lo scenario di riferimento del report, rispettare i target UE al 2030 potrebbe ridurre i costi variabili di generazione elettrica fino al 57% rispetto al 2023. Tuttavia, questi benefici saranno inizialmente compensati da investimenti infrastrutturali necessari per modernizzare la rete e renderla più interconnessa e flessibile.
L’elettrificazione rappresenta un’opportunità unica per aumentare l’efficienza energetica, oggi ferma al 65%. Passare a tecnologie come pompe di calore e veicoli elettrici riduce drasticamente le perdite rispetto alla combustione di fonti fossili.
Riforme fiscali e fine dei sussidi fossili
Il report evidenzia anche l’urgenza di riformare la tassazione energetica e di eliminare gradualmente i sussidi ai combustibili fossili, che nel 2022-2023 hanno raggiunto livelli record. Nonostante la competitività crescente delle rinnovabili, l’elettricità continua a costare più di gas e gasolio in molti Paesi europei. Per invertire la rotta, servono segnali economici coerenti e politiche di incentivo più incisive.
Riscaldamento e trasporti: la sfida aperta
Nel settore del riscaldamento, l’elettrificazione rappresenta una leva cruciale per eliminare gradualmente l’uso di combustibili fossili. Le pompe di calore, in particolare, sono al centro di questa trasformazione. La loro efficienza è nettamente superiore rispetto ai sistemi tradizionali a gas o gasolio: per ogni unità di energia elettrica consumata, ne restituiscono fino a cinque sotto forma di calore. Negli ultimi anni, le installazioni in Europa sono cresciute in modo esponenziale, passando da 1 a quasi 20 milioni di unità tra il 2005 e il 2022, con una conseguente riduzione di oltre 80 milioni di tonnellate di CO₂.
Le pompe di calore si confermano efficaci anche nei climi più rigidi, come dimostrano i Paesi nordici, e possono contribuire alla flessibilità del sistema energetico, modulando i consumi in base alla disponibilità di rinnovabili o ai picchi di domanda. Per raggiungere gli obiettivi UE al 2030, tuttavia, sarà necessario moltiplicare per otto il ritmo attuale di installazione e abbinarle a ristrutturazioni profonde degli edifici, oggi ancora troppo lente. Anche nel settore industriale, circa il 44% del fabbisogno termico è compatibile con questa tecnologia.
Nei trasporti, infine, l’accelerazione della mobilità elettrica dovrà essere accompagnata da investimenti in infrastrutture ciclabili, trasporti pubblici e incentivi alla conversione delle flotte aziendali. L’elettrificazione resta dunque il motore della decarbonizzazione, a patto che venga sostenuta da politiche fiscali e industriali più coerenti e ambiziose