La cosiddetta Direttiva Case Green supera uno degli ultimi scogli sulla strada dell’entrata in vigore. Con 370 voti a favore, 199 contrari e 46 astenuti, la sessione plenaria del Parlamento Europeo ha approvato il 12 marzo l’intesa raggiunta il 7 dicembre dello scorso anno per azzerare le emissioni dell’intero parco immobiliare europeo entro il 2050, responsabile di circa il 40 per cento del consumo energetico e del 36 per cento delle emissioni di CO2. È previsto che ogni Stato invii un piano nazionale di ristrutturazione con l’indicazione della tabella di marcia e degli obiettivi da seguire. Il piano andrà approvato entro il 2026 e andrà aggiornato ogni 5 anni.
In sostanza:
- a partire dal 2030 tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere costruiti per essere a emissioni zero
- a partire dal 2028 invece per gli edifici pubblici
- con l’intero patrimonio edilizio climaticamente neutro entro il 2050
Posticipato al 2040 l’obbligo di abbandonare caldaie alimentate da combustibili fossili per riscaldamento e nel raffreddamento, ma cesseranno entro il 2025 gli incentivi per le caldaie autonome a combustibili fossili. Saranno ancora possibili incentivi finanziari per i sistemi di riscaldamento che usano una quantità significativa di energia rinnovabile, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore. La nuova normativa, eccezione rilevante per un Paese come l’Italia, non si applica agli edifici agricoli e agli edifici storici, e i Paesi membri possono decidere di escludere anche gli edifici protetti per il particolare valore architettonico o storico, gli edifici temporanei, le chiese e i luoghi di culto.
Se tecnicamente ed economicamente fattibile, i Paesi membri dovranno garantire l’installazione progressiva di impianti solari negli edifici pubblici e non residenziali, in funzione delle loro dimensioni, e in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030.
Adesso manca soltanto l’approvazione formale del Consiglio, poi il testo potrà essere pubblicato ed entrerà in vigore.