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L’Unione Europea ha raggiunto un accordo significativo sulla quarta versione della EPBD (Energy Performance of Buildings Directive), comunemente nota come Direttiva Case Green. L’intesa, frutto di un “trilogo” (negoziato informale) tra Parlamento, Commissione e Consiglio europeo, si propone di guidare l’Europa verso un futuro più sostenibile, puntando a un parco immobiliare climaticamente neutrale entro il 2050.

EPBD IV

L’Unione Europea ha adottato da tempo politiche finalizzate alla transizione energetica anche nel settore residenziale, responsabile dell’emissione di ben il 36% dei gas climalteranti. Per questo, la Commissione ha inserito, nel pacchetto “Fit for 55”, la revisione della EPBD, così da far rientrare, il settore edile, nel quadro di sostegno alle politiche di rigenerazione ambientale, di riduzione del consumo energetico e delle emissioni. L’obiettivo della Direttiva è quello di promuovere il miglioramento della prestazione energetica degli edifici e la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra degli edifici all’interno dell’Unione per conseguire un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050, tenendo conto delle condizioni climatiche esterne, delle condizioni locali, delle prescrizioni relative alla qualità degli ambienti interni e del contributo del parco immobiliare alla flessibilità della domanda al fine di migliorare l’efficienza del sistema energetico e l’efficacia sotto il profilo dei costi.

Quali sono dunque le novità principali introdotte dalla Direttiva Case Green?

Proroga dello stop alle caldaie a gas al 2040

Il nuovo accordo sposta dal 2035 al 2040 lo stop definitivo alla produzione e alla vendita di caldaie alimentate a gas, mentre si salvano gli incentivi per quelle ibride. Per quanto riguarda le caldaie autonome, stop agli incentivi dal 2025. Questo divieto non riguarderà chi ha già una caldaia a gas in casa, ma solo chi deve comprare un nuovo sistema di riscaldamento.

Fotovoltaico

Obbligo di installazione degli impianti di energia solare solo per i nuovi edifici, gli edifici pubblici e quelli non residenziali molto grandi. Restano dunque escluse le abitazioni. Per quanto riguarda l’Italia, toccherà al governo fare un piano che stabilisca quali edifici vanno ristrutturati, entro quando e quanto si vorrà risparmiare in termini di consumi.

Edifici a emissioni zero

Cambiano i parametri per definire gli edifici inquinanti: la mediazione raggiunta durante il trilogo ha eliminato le classi energetiche legate ad ogni singolo edificio optando per le medie di riferimento che ogni Stato membro potrà definire in base al proprio patrimonio edilizio, al proprio sistema nazionale di classi energetiche e alla propria traiettoria nazionale di ristrutturazione. Secondo la Direttiva entro il 2030 gli edifici residenziali più inquinanti all’interno della UE devono ridurre il consumo medio di energia primaria del 16%. La percentuale salirà al 20-22% entro il 2035. Per gli edifici non residenziali, il limite è sempre del 16% entro il 2030 ma sale al 26% entro il 2033. Dal 2030 tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere costruiti a emissioni zero. Per gli edifici pubblici l’obbligo, invece, partirà dal 2028.